Io ci sto!

Tra parodie, commenti, meme ed eventi creati per passare il capodanno nella filiale di Intesa San Paolo di Castiglione delle Stiviere, il web in questi giorni è invaso dall’immagine di un viso esile di una certa Katia che fino a ieri era sconosciuta ai più.

Un contest interno alla banca: la realizzazione di video motivazionali ideati e ripresi dai dipendenti stessi… e man mano che le ore passano vengono a galla video di altre filiali per dimostrare che quello incriminato non è nato da un’insolita fantasia della direttrice.

Cosa fa più scalpore? L’assurdità di questa mini recita, la convinzione nel metterci la faccia o il fatto che ancora una volta un video girato per scopi innocenti stia facendo il giro del web rovinando la reputazione della graziosa Katia (e non solo).

Ti mando un video divertente, guardalo!” 

La facilità delle condivisioni rischia spesso di mettere tutto sullo stesso piano. Che sia una comunicazione di lavoro, un video buffo o l’organizzazione di una cena tra amici… La leggerezza con cui condividiamo immagini, foto e video spesso non ci fa pensare realmente a ciò che stiamo guardando o leggendo.

La notizia

A prima vista il video ti sembra una cosa da niente, assurda e divertente certo. Dopo la breve pausa di commenti e sorrisi torni al lavoro e quando, poco dopo, fai l’errore di riaprire Facebook e la tua bacheca è già invasa da commenti ed immagini sui dipendenti di Castiglione delle Stiviere. Cerchi approfondimenti su Google ed ecco che ti rendi conto che il video per cui hai sorriso neanche un’ora prima, pensando fosse una cosa come tante altre, è già diventato notizia.

Era questo quello che avevano in mente Intesa, i dipendenti, Katia quando hanno iniziato a girare il video?

Quando la comunicazione interna diventa involontariamente esterna.

Se effettivamente il video diventato virale era destinato ad uso interno all’azienda mi sorge una domanda: “Come ha fatto ad uscire e fare il giro di tutti smartphone e tablet?”

Che lo stia facendo per mio diletto personale o per scopi lavorativi sembra che ormai, quando si condivide qualcosa, sia necessario tener presente che si potrebbe finire nelle mani sbagliate e diventare virali.

Quando nelle aziende parliamo di comunicazione interna cosa intendiamo?

La pubblicità che in questi giorni si sta facendo Intesa San Paolo (positiva o negativa non lo so) sicuramente non era voluta, non in questi termini per lo meno. Facebook e tutti gli altri social hanno rivoluzionato il modo di fare marketing e di pubblicizzare la propria attività o se stessi. Spesso però ci si dimentica il papà del social network più famoso lo ha creato perché gli era arrivato un due di picche e cercava un modo per deridere le ragazze che lo mandavano in bianco.

Si può dire che la a comunicazione interna sia morta? 

Pubblicare sui social o anche solo mandare video ed immagini ai propri amici e colleghi ha bisogno di ancor più accuratezza. A volte, non è neanche solo un problema di comprensione o trasmissione del messaggio. A volte è un problema di ingenuità. Ci stiamo abituando a vivere dando giudizi con la velocità di tweet, spesso troppo frettolosi… e diciamoci la verità: banche, aziende, privati… tutti prima o poi dobbiamo farci i conti!

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